3 NOV 2013
SUCCESSO PER LA PRIMA CONVENTION DELLA P.G.S. AUXILIUM SONDRIO
Un’occasione per rivivere i momenti più importanti di 31 anni di attività, ma anche per condividere idee e confrontarsi su diversi punti di vista. Questi gli obiettivi, ampiamente centrati, della prima Convention della P.G.S. Auxilium Sondrio, andata in scena pochi giorni fa presso la Sala Coni di piazza Valgoi a Sondrio. Durante l’incontro, cui ha partecipato l’intero staff tecnico della società pallavolistica del capoluogo, diversi relatori hanno presentato una breve relazione sul proprio settore di attività, in modo da presentare i risultati ottenuti e spunti al pubblico presente. «Era da tempo che volevamo proporre un momento comune di incontro come questo sia per presentare a nuovi collaboratori il nostro modo di fare sport che ma anche per permettere, a chi da tempo svolge il proprio servizio di volontariato a favore delle sempre più numerose atlete dell’Auxilium, di rafforzare i principi sui quali si basa la nostra attività», ha spiegato Cesare Salerno, direttore sportivo della società che al termine dell’incontro non ha nascosto la propria emozione per gli accorati interventi di molti dei relatori chiamati a portare la loro esperienza e per entusiasmo mostrato nel presentare le numerose iniziative del prossimo anno (su tutte la storica venticinquesima edizione del Volley Open, che vuol trasformarsi per l’occasione in un Campionato europeo, ma anche il Convegno “Lo sviluppo del talento sportivo” tenuto dalla ex giocatrice Ottavia Mattavelli). Salerno non ha celato nemmeno la propria commozione nel vedere proiettata la foto di un sorridente Gianluca Munarini, recentemente e troppo prematuramente scomparso, al quale la P.G.S. Auxilium dedicherà una giornata di sport rivolto alle atlete più piccole.\r\nDurante la Convention in particolare si è parlato del passato, presente e futuro del sodalizio con particolare attenzione alla nascita della società (istituita il 10 settembre 1982), del ruolo del presidente e dello staff, della proposta tecnico-educativa del sodalizio, delle esperienze vissute da giocatrici e allenatori, della comunicazione e degli sponsor, delle convenzioni, dell’adesione al programma della Scuola di Pallavolo Anderlini, delle prossime iniziative e della figura dell’“AllEducatore”, un istruttore che deve al contempo svolgere ruolo di insegnante, animatore, educatore e osservatore. L’“AllEducatore”, su cui si fonda l’attività della P.G.S. Auxilium Sondrio, è un vero e proprio modello disponibile e autorevole con le atlete, ispirato dai principi insegnati da Don Bosco e dotato di senso di appartenenza al gruppo sportivo con cui è tesserato. Grande importanza è stata data anche alla relazione sui numeri della società, che conta 21 dirigenti (di cui 13 consiglieri), 2 segretarie, 1 magazziniere, 10 allenatori (di cui 4 Pgs e 1 preparatore fisico), 10 animatori sportivi e 10 collaboratori factotum. Tutti loro lavorano con le 151 atlete tesserate (in totale i tesserati sono 198): le squadre in cui le ragazze militano e si allenano sono il Baby Volley, il Mini, il Superminivolley, l’Under 13, l’Under 14, Under 16, l’Under 18 e la Seconda divisione femminile. A completare l’organico, 3 arbitri associati e ben 14 refertisti, il cui ruolo diventa indispensabile durante lo svolgimento delle partite casalinghe. «L’obiettivo della P.G.S. Auxilium è fare un salto di qualità, passando ad un livello successivo – ha spiegato Filippo Salerno, allenatore e relatore in grado di presentare la proposta sportiva e formativa societaria -. Per farlo occorre seguire un percorso formativo adeguato e di alto livello volto a incentivare lo sviluppo di qualità individuali dei membri della società, in modo da migliorare il gioco di squadra. La prima vittoria da ottenere è contro i propri limiti, la seconda è contro le difficoltà esterne, la terza contro gli avversari». \r\nNel corso della Convention, sono state tante anche le esperienze personali raccontate. Tra queste quella di Laura Bettini, giocatrice storica della società che dopo aver appeso al chiodo le ginocchiere, è diventata allenatrice: «Ho iniziato a giocare a pallavolo in terza elementare, mi sono subito trovata bene e da allora non ho mai lontanamente pensato di cambiare società – ha precisato Laura-. In seconda superiore avevo fatto esperienza come animatrice sportiva, ma non mi era piaciuto, ma col tempo ho capito che non avrei potuto giocare all’infinito e grazie a Cesare Salerno, che mi ha fatto capire quanto fosse importante mettersi al servizio delle più piccole per trasmettere a loro tutte le cose belle che avevo ricevuto, ho iniziato a ricoprire il doppio ruolo di giocatrice e allenatrice. Ora, da tre anni, alleno solamente: all’inizio è stata dura, perché mi mancava poter giocare, ma ora mi diverto e non riuscirei a farne a meno. Allenare vuol dire non solo formare l’atleta, ma anche e soprattutto una persona». «Quando ho iniziato a giocare a pallavolo 6 anni fa, mi piaceva tantissimo vedere le più grandi venire ad aiutare l’allenatrice Cinzia, perché ci facevano divertire e ci aiutavano a fare i vari esercizi, ma soprattutto perché vedevo in loro un modello da seguire – ha spiegato invece Francesca Romeri, atleta e animatrice sportiva -. L’anno scorso, pensando a quello che erano state per me le più grandi, ho deciso insieme ad una compagna di cominciare ad andare in palestra ad aiutare l’allenatrice. Mi piace molto, soprattutto perché si è creato un ottimo rapporto di amicizia con le bimbe. Spero di poter diventare anche io un esempio sportivo per le più piccole, come altre atlete lo sono state per me». «Ho iniziato a giocare a 6 anni, eravamo tante bimbe desiderose di giocare e vincere – ha raccontato infine Claudia Berbenni, che ha raccontato la sua esperienza da capitano della compagine under 16 -. Dopo i concentramenti primaverili sui campi all’aperto, sono arrivate le partite Under 12 in palestra. Ci sentivamo grandi. Inizialmente essere capitano lo sentivo solo come un appellativo senza riscontro pratico, ma a poco a poco ho capito che il capitano non si limita a fare il sorteggio di inizio partita o a fare da mediatore tra la squadra e l’arbitro. Noi siamo una squadra e non tredici persone, per cui in quanto squadra ci comportiamo: agiamo per il bene del gruppo, e il ruolo del capitano è anche quello di intervenire se qualcosa non va e di coinvolgere l’allenatore delle “questioni” sorte. Il capitano deve intervenire anche quando la squadra è in crisi: si tratta della persona che deve avere la forza e la grinta per incitare il gruppo a reagire, anche se può essere dura quando tu sei più giù degli altri».\r\n